domenica 3 agosto 2014

Evil Under the Sun (Corpi al sole, 1941) - Agatha Christie



Il ventesimo post di questo blog non poteva che essere dedicato alla ventesima avventura di una delle più grandi macchiette della storia della letteratura inglese, Hercule Poirot, e alla più geniale scrittrice del secolo scorso. 
In un clima - almeno in linea teorica - vacanziero, è bello consigliare, a chi non l’abbia mai letto, un vecchio classico della Regina, scritto in un periodo decisamente burrascoso, nel 1941, ma del tutto lontano dalle cupe atmosfere belliche
Si sa, gli investigatori a riposo si godono ben poco le tanto agognate vacanze, e il lettore, perfidamente, non può che esserne felice. Poirot si trova in Cornovaglia, in un’isoletta frequentata da personaggi altolocati, viziosi, prepotenti e subdoli. In una atmosfera solo apparentemente spensierata, il male si annida dove vuole, espresso, ancora una volta, nel torbido triangolo amoroso che tanto stuzzicava la Christie. 
Poirot, splendidamente vestito di bianco, risolverà senza troppa difficoltà l’assassinio di Arlena Marshall, strangolata in una spiaggia deserta in una calda mattinata estiva. 




E’ difficile leggere pagine scritte su Agatha Christie senza che la parola “banalità” vaghi nella vostra testa come un cavaliere errabondo. Corpi al sole, che circola in Italia ancora nell’unica traduzione firmata Tedeschi, è un perfido e cinico ritratto dell’alta nobiltà in vacanza, in cui l’autrice si diverte rimpolpando un vecchio racconto con Miss Marple, A Christmas Tragedy (Una tragedia natalizia), presente nella raccolta Miss Marple e i Tredici Problemi
Non sono particolarmente d’accordo con Barnard quando, nel suo saggio (in italiano tradotto con L’arte dell’inganno), definisce questo romanzo “leggermente poco caratterizzato”: in realtà il microcosmo creato dalla Christie è come sempre straordinario se preso nella sua totalità, ovvero nella relazione tra un personaggio e l'altro, mentre risulta meno convincente se ogni figura dell’opera viene analizzata singolarmente. 
Ovviamente Corpi al sole è anche un eccellente esempio di abilità tecnica, di gestione dell’intreccio e di disseminazione di indizi: la trama è ben congegnata e il twist finale è magistrale, concludendo un eccellente esempio di misdirection. Difficile, in ogni caso, arrivare alla soluzione prima di Poirot: il colpevole si può individuare, ma sul resto occorre una buona dose di intuizione.
Colpisce, inoltre, la freschezza di un’opera che si legge con inimitabile piacevolezza dopo oltre settant’anni dalla sua uscita, che scorre in una bollente giornata d’agosto come una birra gelata sotto l’ombrellone. Nonostante questo, la Christie non è una autrice da spiaggia: la sua ambiguità letteraria l'ha resa senza dubbio la scrittrice più oscura e peggio studiata del 900. Molti intellettuali hanno provato a scandagliare i meandri testuali dei suoi romanzi nella speranza di comprenderne il successo e la fortuna. La maggior parte di essi non ha fatto altro che riproporre le solite sciocchezze: scrittrice semplice, casalinga, capace di concepire solo pacata letteratura per famiglie. Ah e ovviamente Simenon è un’altra cosa! Nulla di più lontano dalla verità.
Si chiama Genio. E o ce l’hai, o non ce l’hai.
Corpi al sole non è di certo il miglior esempio di ciò, nonostante l’ottimo Nick Fuller lo definisca “assolutamente superbo, e uno dei tre o quattro migliori Christie di sempre”, ma nell’afa di una stanza, sinceramente, non saprei consigliare di meglio.
Da vedere anche la gustosa trasposizione cinematografica del 1982, col sempre grande Peter Ustinov nei panni di Poirot.



P.S. L’edizione italiana Mondadori circola spesso con prefazione e postfazione scritte da Claudio Savonuzzi: perfetti esempi di come la Christie non dovrebbe mai essere analizzata.
Buone vacanze!

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