venerdì 23 maggio 2014

The Shadow of the Goat (L'ombra del caprone, 1926) - John Dickson Carr






Se Wooda Nicholas Carr non avesse sposato, il 21 ottobre del 1903, la venticinquenne Julia May Lenox Kisinger, non avremmo mai avuto il più grande autore di mystery del Novecento.
Ma probabilmente gli dei del poliziesco avevano già messo in atto il loro piano, e niente poteva fermarli: succeda quel che succeda, per 50 anni quest'uomo dovrà "inventare e spiegare miracoli".
Così sia. Non sono servite due guerre mondiali, svariate bombe sulla sua abitazione (con Hitler fece poca amicizia, diciamo), una immensa quantità di sigarette, alcool e donne. A 60 anni ne dimostrava 100, ma era un modo per essere ancora una volta avanti a tutti.
Fatemi sapere se trovate una foto di Carr senza sigaretta in mano. Se la trovate, non è lui.
Quando si parla di questo autore, è davvero difficile concentrarsi su una singola opera. Tra romanzi, racconti, radiodrammi, saggi critici e tanto altro, nessun ha pensato anche solo la metà di quello che ha realmente fatto John Dickson Carr. Ha mostrato con precisione quando e dove il poliziesco diventa narrativa e quando la narrativa diventa Grande Letteratura. Siamo molto lontani da Todorov, secondo cui il miglior romanzo di un genere letterario è quello in cui tutte le consuetudini vengono rispettate. 
Carr balla meravigliosamente in mezzo ai generi letterari, li seduce, li tocca e li fonde: romanzo storico, romanzo Gotico, Teatro, paradossi chestertoniani, magia e terrore si fondono con il fascino dell'impossibile. Le camere chiuse? Vengono dopo.
Carr unisce una meravigliosa padronanza della lingua, una perfetta gestione degli elementi romanzeschi e una potenza evocativa unica alla genialità degli esperimenti e all'insuperabile capacità di uscire trionfalmente da situazioni che manderebbero chiunque altro al manicomio.
Carr è la massima espressione del romanzo poliziesco perché è uscito dalle sue gabbie, ne ha manipolato le consuetudini, ha dominato le sue asprezze. 
Ritenerlo semplicemente il maggior esponente del Locked Room Mystery è offensivo, prima che disonesto. Il genio espresso nelle trame è il risultato di una serie di concatenazioni che non hanno precedenti nella storia del poliziesco. E trovano forma per la prima volta nel 1926.
Carr aveva iniziato a scrivere da giovanissimo, a 15 anni, ma la prima opera degna di nota è proprio di quell'anno, un brevissimo racconto dai toni orrorifici e dalla prosa piuttosto ridondante, intitolato As Drink the Dead, in cui unisce, in modo non disprezzabile le due grandi passioni: la Storia e il delitto impossibile. 
Ma è con il successivo racconto, pubblicato nella rivista collegiale The Haverfordian in forma anonima, nei numeri di novembre e dicembre, che Carr mostra concretezza, coerenza ed ingegnosità nello stesso tempo. The Shadow of the Goat è il primo dei quattro racconti con protagonista Henri Bencolin e senza dubbio il più riuscito, insieme all'ultimo Murder in Number Four (1928). L'opera è acerba, non priva di incongruenze ed espedienti che mostrano tutta la sua inesperienza, ma colpisce per come l'autore riesce a tenere le fila di un intreccio machiavellico, senza perdere di vista suspense e raziocinio.



Carr è affascinato dal tema del delitto impossibile sin da piccolo: già il primo racconto conosciuto, The Ruby of Rameses (1921), è una detective story col tema del locked room. La short story è l'ambito perfetto per  i delitti impossibili: sin dagli albori del poliziesco, da Poe a Conan Doyle, da Chesterton a Futrelle, quasi tutti i Maestri delle camere chiuse precedenti la Golden Age, hanno scelto il racconto come teatro delle loro storie.
E nonostante The Shadow of the Goat sia un racconto breve, presenta così tante idee che basterebbero per un intero romanzo. In questo ciclo di opere Carr non si risparmia, non sa che da lì a poco comincerà a raccontare storie per professione, perciò è incapace di contenersi, e in ogni racconto, breve che sia, esprime tutto ciò che ha in testa. L'ingenuità e la spavalderia sono la sua forza, ma anche il suo limite. Per avere conferma, chiedere a tale Edward Taulane.
Nel numero dell'Haverfordian in cui il testo è contenuto, ad un certo punto la storia viene stoppata e i lettori sono sfidati a presentare la soluzione (che sarebbe comparsa nell'edizione seguente), con il vincitore pronto a ricevere una ricompensa di 25 dollari. Carr ammise in una intervista successiva che non aveva i soldi ma era convinto che nessuno avrebbe potuto risolvere l'enigma.
Per sua sfortuna il nostro Edward, per di più una matricola, si presentò con la soluzione nemmeno un'ora dopo che la rivista era stata pubblicata. 
Carr dovette chiedere l'elemosina al padre, non precisamente il ritratto della felicità, ma il racconto ebbe grande successo.
Innumerevoli sono gli elementi che diverranno tipici, e che Carr riproporrà in diverse forme: la scommessa, la sparizione da una stanza chiusa ermeticamente ed osservata continuamente, il delitto di camera chiusa e un tentato omicidio, ancora con l'assassino svanito nel nulla.
Non anticipo nulla, dico solo che ci sono dei grandi personaggi e che ci si diverte un mondo. 
Carr attinge a Leroux (Il mistero della camera gialla), ma l'espediente su cui si basa la sparizione impossibile è magistrale, e sarà di insegnamento per molti: Christianna Brand su tutti, nel superbo The Gemminy Cricket Case (o Murder Game, La calda nebbia bianca, 1968), ma anche per Carr stesso, che la modificherà nel racconto Strictly Diplomatic (Un diplomatico in vacanza, 1939).
«A magnificent story» [1] secondo Robert Adey, «Impressionant, brillant, astucieux et prometteur» [2] secondo Roland Lacourbe e gli studiosi belgi Fooz, Soupart e Bourgeois. Ma per quanto questo racconto sia ben ideato in quanto enigma impossibile, è la prima parte ad essere meravigliosa, in cui Carr costringe il lettore scettico a modificare il proprio atteggiamento iniziale, sino a fargli esclamare (perché lo farà): "ma è impossibile!"
Carr era un genio, ma non era avido. Non voleva tutto per sé. Alle riunioni del Detection Club dispensava consigli a tutti, si mostrava sempre gentile e affabile. Dorothy Gardiner disse che durante gli incontri dei MWA (Mystery Writers of America) negli anni Quaranta, Carr era felice nel condividere con tutti le sue idee, i suoi espedienti e le sue tecniche narrative. 
Ma per quanto fosse gentile e dettagliato, la risposta era sempre la stessa: 
«Yes Mr. Carr – you can do it. But the rest of us?» [3]



Per chi vuole approfondire ancora può far riferimento a questo articolo, di Piero de Palma, uscito nel 2009 sul Blog Mondadori, proprio sui Quattro Racconti con Bencolin:
http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/2009/09/07/la-prima-produzione-di-john-dickson-carr-i-quattro-racconti-di-bencolin/


1 R. Adey, Locked Room Murders, Crossover Press, 1991, p. 299
2 R. Lacourbe, V. Bourgeois, P. Fooz, M. Soupart, 1001 Chambres Closes: Guide de lecture du crime impossible, Semper Aenigma, 2013, p. 98
3 La frase è citata in D. G. Greene, John Dickson Carr: The Man who Explained Miracles, op. cit., p. 106

5 commenti:

  1. Questi racconti di Carr li ho sempre trovati bellissimi, di un fascino unico. Peccato che ce ne sia ancora uno da tradurre, il cui titolo, "Grand guignol", già mi fa sbavare. Possibile che non si sia ancora tradotto, magari in uno speciale?

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  2. I racconti con Bencolin sono piccoli gioielli, anche se ancora piuttosto acerbi. Grand Guignol è una novella, diciamo un lungo racconto, apparso sul Haverfordian nel 1929. Il testo, mi sembra diviso in 10 atti, è la base che Carr ha poi ampliato per scrivere It Walks by Night. Diciamo che è una sorta di testo preparatorio al primo romanzo. È per questo che non è mai stato antologizzato, né in Italia né nei paesi anglosassoni. Per trovarlo devi comprare il volume edito da Le Masque (in lingua francese) curato da Lacourbe e uscito nel 1995 col titolo proprio Grand Guingol: comprende i quattro racconti più la novella, che pur non essendo un capolavoro ha un certo fascino.

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  3. Caro Stefano, sai dove posso trovare, magari tradotti, i racconti da te citati nel post? Una veloce ricerca non ha prodotto risultati. Ti ringrazio. L'articolo è splendido!

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  4. Ciao Matteo grazie :)
    I racconti del primo periodo di Carr li trovi o nel volume del 1986 La porta sull'abisso (la copertina è qui sopra) oppure nel Supergiallo Mondadori del 2001 La porta sul delitto.
    Il primo contiene anche due saggi critici interessanti (anche se non sono purtroppo integrali) oltre ad altri svariati racconti.

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  5. Grazie mille, mi sono procurato La porta sull'abisso. I tuoi post mi aiutano ad orientarmi in questo splendido e vastissimo universo :)

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